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«Potremmo definire questo libro un romanzo, il copione di una commedia, una raccolta di versi, un esperimento letterario. Una chimera. Un gioco letterario di quelli che, al di là delle mode e degli umori del lettore, spingono a riflettere sulla differenza tra mercato editoriale e letteratura, tra artigiano e artista.(...) Nicolosi Fazio è un artista, perché non somiglia a nessuno e ama divertirsi. Non si prende troppo sul serio e non si autoimpone canoni estetici. È uno sperimentatore. Questo libro racconta la storia dell'estinzione dei lupi dell'Etna, in concomitanza all'incedere della presenza umana col teatro tragicomico che essa comporta. Questa potrebbe essere un'estrema sintesi e sarebbe già abbastanza per farci annuire dinnanzi alla novità rispetto a un tema mai trattato. Ma si aggiunge il come, la scelta di stili che ci fanno immaginare l'Autore all'opera in un laboratorio amatoriale, dove è sempre presente il rischio di un'esplosione ma alla fine, per qualche ragione misteriosa, viene fuori un prodotto armonioso. Il lettore è immerso in una narrazione corale, che si sposta da una prospettiva all'altra e che, ogni volta, deve necessariamente adottare un registro e un genere letterario diverso, che possa anche formalmente rappresentare l'essenza di quel personaggio.(...)» (dalla prefazione di Giulia Letizia Sottile).